PANGEA (A DIVISÃO DOS CONTINENTES)


Daniel Behrmann escreveu no Courrier de l'Unesco ( Courrier de l'Unesco , julho de 1970, Paris . Planet Ocean , a aventura dos homens que se dedicam à oceanografia , trad, francesa , ed. Robert Laffont, 1971 ) que a massa continental original , ou Pangéia ( Pan : tudo, Geia: deusa da Terra ) começou a se dividir mais de 1000 milhões de anos atrás. Cogita-se que naquela época havia três continentes emersos. Dois grandes: América do Sul-África de um lado e Ásia-Europa do outro . A Índia atual à deriva do oceano , ao largo do Kênia e do Tanganyca ( atual Tanzânia ). 

Resumindo , o globo naquela época se apresentava da seguinte forma: 

--- 120 milhões de anos atrás estava se formando o dorsal do centro do Atlantico com a separação de Pangéia: As Américas e a África começaram a derivar, respectivamente para oeste e leste. 

--- 60 milhões de anos atrás o Oceano Atlântico já existia, mas o Brasil ainda estava muito próximo da Guiné. A Índia estava se aproximando da Ásia. 

--- 30 milhões de anos atrás a América do Sul estava se afastando mais da África. A Africa estava se aproximando da Europa e a India da Ásia. 

--- 15 milhões de anos atrás a América do Sul se reunia com a América do Norte ( que talvez rinha se destacado da Ásia Oriental ) ; a África reunia-se à Asia Menor e a Índia com a Ásia oriental) . A compressão das massas produziu as elevações montanhosas do Líbano , do Cáucaso e do Himalaya. 




















A ciência sabe que há muitos milhões de anos não havia qualquer divisão continental no nosso planeta, existindo apenas uma gigantesca massa denominada Pangea. Ocorreram então vários deslocamentos durante longos períodos de tempo, talvez devido a uma súbita inclinação do eixo planetário, formando-se por intermédio deles os atuais continentes. Esta é uma impressionante experiência que qualquer um pode fazer: na montagem acima, deslocamos no mapa, em sentido diagonal, o Continente da América do Sul. E como resultado final, temos o seu incrível e perfeitísimo encaixe nos contornos do Continente Africano - hoje situado a milhares de milhas distantes A recíproca, porém, não é absolutamente verdadeira! Quando se adota o mesmo procedimento, respeitando-se o ângulo de inclinação anterior, constata-se que o Continente em que se situa a América da Norte não se encaixa totalmente nos contornos da atual Continente Europeu - apresentando apenas os corretos encaixes mais ao norte, até a área da Groenlândia. Isso por si só é uma proval cabal e contundente de que a região vista em azul, ao centro e hoje ocupada pelas águas do Oceano Atlântico, representaria os exatos contornos do perdido Continente Atlante! E essa enorme porção de terras hoje ausente, na verdade um oitavo continente, logicamente também se afastou quando da movimentação das demais massas continentais, estando atualmente submersa lá pelos lados da região central do Atlântico Norte!


LA STORIA DELLA TERRA

La storia della terra è strettamente legata a quella del sistema solare quindi all’origine del sole, dei pianeti minori, dei pianeti maggiori.
Originariamente esisteva nello spazio materia composta da vari gas tra cui l’idrogeno.
Il nucleo, ovvero la parte più interna del vortice andando alla deriva, diede origine al sole.
Il sole era circondato da una nube composta prevalentemente di idrogeno ed ossigeno.
In tale nube avvenivano reazioni nucleari tali da trasformare gli elementi presenti in questo gas cosmico in elementi pesanti come ferro, silicio, alluminio, ecc…
Da queste reazioni nucleari si staccarono e si formarono lentamente i pianeti minori tra cui la terra, i pianeti maggiori invece beneficiarono solo in parte di queste reazioni nucleari poiché costituiti prevalentemente di idrogeno.
La storia della terra quindi ha il suo inizio 4500 milioni di anni fa.
Il nostro pianeta originariamente composto di materia incandescente lentamente, errando nello spazio si raffreddò dando origine ad una decantazione dei suoi elementi ovvero ad una separazione degli stessi con i più pesanti distribuiti nella parte più interna del pianeta.
La terra nella sua parte più interna risulta costituita dal nucleo ove prevalgono gli elementi pesanti del ferro e del nichel, da cui il nome di nife.
Il peso del nostro pianeta è proprio nel nucleo. Questa sostanza appare talmente densa da sembrare resistente e compatta, quasi dura.
Intorno al nucleo troviamo una massa gelatinosa composta di silicio e manganese da cui il nome di sima.
Pur compatta questa sostanza appare più fluida del nife. Intorno a questa fascia intermedia troviamo la crosta composta di elementi molto leggeri quali il silicio e l’alluminio da cui la sigla sial.
La crosta terrestre di natura sialica galleggia come zattere alla deriva raccolte in massa sopra una piattaforma (crosta oceanica) più resistente e compatta di rocce basaltiche.

LA FORMAZIONE DEI CONTINENTI

Originariamente i continenti che esiston 848h72i o attualmente che sono: Europa, Asia, Africa, Oceania, America, Artico e Antartico non erano presenti sulla terra. Infatti esisteva un unico grande mare chiamato Pantalassa.
Successivamente la terra si animò e comparvero le prime terre, i primi continenti galleggianti come zattere su una sostanza più pesante. Quell’antica era venne chiamata originariamente azoica.
La parola azoica deriva da a=annulla e zoica=vita ovvero senza vita, in quanto si pensava non esistessero forme di vita, successivamente furono trovati organismi unicellulari quindi il nome venne modificato in archeozoico da cui l’era archeozoica cioè vita antica.
Le masse che si formarono furono gli scudi quali: scudo baltico, scudo canadese, scudo siberiano, scudo brasiliano, scuso sud africano, scudo indiano, scudo australiano e scudo antartico.
Successivamente nell’era primaria o paleozoica si ebbero fenomeni orogenetici che diedero origine alle prime montagne.
Il fenomeno dell’origenesi (formazione di montagne) avvenne in due momenti ben distinti chiamati caledoniano (da Caledonia, in Scozia) e orogenesi erognana (attuale Selva Nera in Germania).
Queste orogenesi si formarono a ridosso degli scudi per spinte tangenziali e verticali.
Le montagne che si formarono in quest’era furono: le Alpi Scandinave, i Monti della Gran Bretagna, i Monti dell’Irano, i Monti Francesi, il Massiccio Centrale e il Massiccio Armoricano comprendente i Monti della Normandia e della Bretagna, le Ardenne e i Vosgi.
In Spagna: le Mesete.
In Italia: il Massiccio Sardo-Carso (tra la Sardegna e l’attuale Corsica) successivamente l’Argentera, il Gran Paradiso, Ortues e l’Adamello.
Nell’Italia Centrale: le Colline Metallifere.
Nell’Italia Meridionale: il Massiccio della Sila e in Sicilia i Peloritani.
Alla fine dell’era primaria abbiamo il periodo carbonifero con la formazione dei primi giacimenti di carbone (carbon fossile).
Alla fine dell’era paleozoica si ebbe un periodo di stasi di dinamica endogena (con questa parola si intendono fenomeni che nascono all’interno della terra i cui effetti sono esterni), iniziò un processo di sedimentazione che portò alla formazione delle pianure sedimentarie, ci troviamo quindi nell’era secondaria o mesozoica.
Le pianure sedimentarie si formarono per accumulo di detriti (sedimenti) erosi dai fattori esogeni quindi trasportati in bacini occupati dalle acque.
Queste zone con i millenni si colmarono dando origine alle pianure sopraddette.
In Europa le più importanti sono: il Bacino di Acquitania, il Bacino di Parigi (Francia) e il Bassopiano Germanico-Polacco. Tutte le altre pianure secondarie sono di piccola ampiezza e situate sotto i rilievi primari.
In quest’era incominciò la deriva dei continenti che continuò ulteriormente nei millenni successivi e continua tutt’ora.
Alla fine del secondario un nuovo dinamismo coinvolse la terra, ecco quindi che nell’era terziaria o cenozoica si ebbe una nuova orogenesi definita alpino-himalaiana.
Questi sistemi montuosi si ebbero in seguito allo scontrarsi delle zolle dell’Europa Centrale con l’Africa e dell’Asia con lo scudo indiano.
Lo slittamento di queste zolle portò alla formazione di: Pirenei, Giura (tra Francia e Svizzera), le Alpi, gli Appennini, i Carpazi, i Balcani, il Caucaso, Monti del Ponto, i Monti del Tauro, gli Zagros, gli Elburz (Iran), la catena Himalaiana (a nord dell’India).
Tutte queste catene erano parallele alla fascia equatoriale.
Alla fine dell’era sopraddetta si moltiplicarono le eruzioni vulcaniche che modificarono il clima sulla terra determinando nell’era quaternaria o neozoica o antropozoica il fenomeno delle glaciazioni, i ghiacci si espansero fino ai 45° di latitudine nord corrispondenti alla nostra pianura padana.
Le glaciazioni avvennero in più momenti e ad ogni fase corrispose un disgelo.
Questo disgelo portò alla formazione di fiumi che trasportando detriti nei mari circostanti diedero origine alle pianure alluvionali. Le alluvioni sono infatti detriti fluviali.

L’ ORIENTAMENTO

I punti cardinali nord, sud, est e ovest hanno un’origine etimologica recente, infatti risalgono alle invasioni barbariche quando il popolo dei goti invase il nostro continente.
In passato si parlava di oriente o levante per l’est, occidente o ponente per l’ovest, settentrione per il nord, meridione per il sud.
In origine nell’era antropozoica e nei millenni successivi l’uomo si spostava seguendo il movimento del sole, tuttavia spesso si domandavano come facesse il sole a ritornare sempre nella stessa posizione dell’orizzonte, allora dedussero che durante la notte l’astro si spostasse sotto terra per ricomparire nel lato opposto a quello dove era scomparso.
Questa idea ricompare costantemente in miti di gruppo etnici distribuiti sul pianeta.
Successivamente la scoperta della bussola facilitò gli spostamenti.
Questo strumento molto usato in campo nautico presenta un ago che tende a volgersi sempre verso il nord ma non il nord geografico bensì quello magnetico spostato rispetto all’asse terrestre di alcuni gradi.
All’interno della bussola troviamo la rosa dei venti che indica la diversa direzione delle masse d’aria.
Le masse d’aria indicate sono:
1)      a nord tramontana o borea
2)      a sud mezzogiorno
3)      a est levante o vento di levante
4)      a ovest ponente
Accanto a queste principali direzioni se ne aggiunsero con il tempo altre intermedie:
1)      a nord est il grecale
2)      a sud est lo scirocco
3)      a nord ovest il maestrale
4)      a nord est il libeccio (o garbino)
Le coordinate geografiche sono quelle che ci permettono di stabilire la posizione di un corpo nello spazio.
Sono coordinate geografiche la latitudine e la longitudine.
La latitudine è la distanza di un punto dall’equatore e si misura sull’angolo di meridiano.
La longitudine è la distanza di un punto da Greenwich e si misura sull’arco di parallelo.
I paralleli importanti per stabilire la latitudine sono linee curve parallele tra loro e perpendicolari all’asse terrestre.
Il parallelo con circonferenza massima è l’equatore che viene indicato con 0°.
Tutti i punti situati in alto rispetto all’equatore si definiscono a nord, quelli in basso a sud.
I gradi relativi ai paralleli sono indicati a destra e a sinistra della carta.
Il meridiano utilizzato per calcolare la longitudine è quello di Greenwich indicato pure come meridiano fondamentale o meridiano zero (0).
All’opposto del meridiano zero situato a 180° troviamo l’anti-meridiano.
I meridiani sono linee curve che si incontrano ai poli. I gradi di meridiano sono 360 e nel caso della longitudine sono considerati 180 ad est di Greenwich e 180 ad ovest dello stesso meridiano zero.
Quindi per calcolare la posizione di un punto sono necessarie le due coordinate fondamentali ovvero la longitudine e la latitudine.

LA CARTA GEOGRAFICA

La carta geografica è la rappresentazione della terra in modo approssimato, ridotto e simbolico.
La carta geografica è simbolica in quanto le varie realtà sono rappresentate attraverso dei segni ovvero simboli che sono di varia natura come quadrati, cerchi e linee.
Isoipse = linee congiungenti tutti i punti della terra aventi la stessa altezza rispetto al mare definite anche curve di livello.
Isobare = linee congiungenti tutti i punti della terra aventi la stessa pressione.
Isobate = linee congiungenti tutti i punti della terra aventi la stessa profondità.
Il simbolismo è rappresentato anche dal codice che ci permette là dove la carta è perfetta di risalire all’origine geologica dei vari territori, è il caso del colore marrone e verde.
Il marrone scuro dei rilievi indica montagne giovani, quello chiaro montagne vecchie.
Il verde scuro una pianura recente cioè quella di tipo alluvionale, il verde chiaro una zona mesozoica di tipo sedimentario.
Il colore celeste con gradazioni più o meno forti oltre ad indicare le profondità, ci indica la presenza sotto le acque della piattaforma continentale ovvero di quel lembo di terra più o meno ampio che declina dalla costa verso la scarpata continentale e che circonda tutti i continenti.
Le piattaforme più estese denotano nell’entroterra una zona pianeggiante al contrario quelle poco estese sono conseguenza di un’area montuosa costiera.

DIVISIONE DELLE CARTE

Le carte in base alla scala si dividono in:
1)      Carte a grande scala
2)      Carte a media scala
3)      Carte a medio – piccola scala
4)      Carte a piccola scala
5)      Carte a piccolissima scala
Le carte in base al contenuto si dividono in:
1)      Carte generali
2)      Carte tematiche
3)      Carte speciali
Le carte in base alla costruzione si dividono in:
1)      Rilevate
2)      Derivate
Le carte a grande scala sono quelle che presentano un denominatore che arriva fino a 1:10000.
Sono di questo tipo le carte chiamate mappe e le piante.
Le mappe vengono utilizzate per indicare appezzamenti di terreno e sono conservate al catasto.
Le piante invece servono per indicare i centri urbani con le loro strade e piazze.
Le carte a media scala fino a 1:100000 servono a indicare luoghi estesi con tutte le caratteristiche degli stessi ovvero con le diverse tipologie di strada (sentieri, piazze, ferrovie,ecc…), le colture (vigneti, uliveti, ecc…), edifici (industrie, centri abitati, ecc…), rilievi, ecc…
Le carte a medio – piccola scala vanno da 1:100000 a 1:1000000 e sono di questo tipo le carte corografiche o regionali.
La carta a piccola scala come ad esempio le carte geografiche hanno scala superiore a 1:1000000.
Le carte a piccolissima scala come i planisferi hanno scala superiore a 1:15000000.
La riproduzione più esatta della terra è il mappamondo perché mantiene tutte le rotondità.

LE CARTE IN BASE AL CONTENUTO

Le carte in base al contenuto si dividono in:
1)      Generali
2)      Tematiche
3)      Speciali
Le carte generali possono essere:
1)      Fisiche
2)      Politiche
3)      Fisico – Politiche
Esse illustrano gli aspetti fisici e politici di un’area.
Le carte tematiche sono quelle che illustrano vari argomenti da cui la parola tema.
Sono di questo tipo:
1)      Le carte climatiche
2)      Le carte relative alla densità della popolazione
3)      Le carte relative alle regioni nel mondo
Le carte speciali vengono utilizzate esclusivamente per scopi particolari e sono di questo tipo:
1)      Le carte aeronautiche
2)      Le carte nautiche
3)      Le carte turistiche utilizzate per raggiungere e visitare luoghi di interesse turistico
Le carte tematiche di qualsiasi tipo possono avere diverse tipologie di scale.

LE CARTE IN BASE ALLA COSTRUZIONE

Le carte in base alla costruzione possono essere:
1)      Rilevate
2)      Derivate
Sono rilevate quelle carte a grande scala che utilizzano nella loro costruzione il rilevamento.
Il rilevamento utilizza due strumenti in particolare:
1)      La stadia
2)      Il teodolide
La stadia è un’asta graduata in più colori che posta in un determinato punto viene utilizzata insieme ad un elemento fisso presente sul territorio da rappresentare, per calcolare la distanza angolare tra 3 punti.
Il teodolide è una particolare macchinetta che poggia su una tavoletta chiamata pretoriana situata su un tre piedi e serve per calcolare matematicamente le misure angolari dei vari punti.
Attraverso questi strumenti è possibile fare una triangolazione del territorio ed inserire in questi triangoli tutte le realtà presenti con simboli.
Tutta l’Italia attraverso il sistema della triangolazione è stata esaminata e riportata su carta.
Questo metodo (del rilevamento) viene utilizzato per costruire le carte topografiche.
La carta topografica d’Italia è costituita da 277 fogli alla scala 1:100000.
Ogni foglio è diviso in 4 quadranti alla scala 1:50000.
Ogni quadrante risulta diviso in 4 tavolette alla scala 1:25000.
Ogni tavoletta a sua volta è divisa in sezioni alla scala 1:10000.
Per riconoscere i vari elementi di divisione della carta topografica si ricorre a particolari termini:
-Il foglio viene indicato da un numero arabo (da 1 a 277) inserito vicino alla lettera “F” (di foglio).
-Il quadrante viene indicato con il numero romano I° / II° / III° / IV° in senso orario.
-La tavoletta viene invece descritta con i punti cardinali:
1)      Nord – est
2)      Sud – est
3)      Nord – ovest
4)      Sud – ovest
-La sezione si trova indicata con le lettere dell’alfabeto in stampatello maiuscolo A / B / C / D distribuite in senso orario.
            F10                 LOCALITA’               III°                  Sud – Ovest
Isoterme = punti congiungenti aventi la stessa temperatura
Isoiete = punti congiungenti aventi la stessa piovosità
Isochimene = punti congiungenti aventi la stessa temperatura invernale

I GRAFICI

Il grafico lineare è utilizzato per rappresentare dati variabili nel tempo ed è caratterizzato da una linea inserita in un contesto di assi ortogonali.
L’asse delle y o ordinate o asse delle ascisse o x si incontrano nel punto 0 che è l’origine.
L’asse delle ordinate è quello della variabilità del dato mentre l’asse delle ascisse indica l’elemento fisso.
Il grafico istogramma è usato per rappresentare dati fissi nel tempo.
Si utilizza sempre la figura piana (quadrato o rettangolo) con base fissa e altezza variabile.
Il grafico può essere trasformato in un grafico lineare.
Il grafico piramidale viene utilizzato solo per rappresentare la piramide di età e sesso della popolazione.
Questo grafico è formato da due istogrammi inseriti sempre in un sistema di assi ortogonali.
Lungo la linea di separazione dei due istogrammi è indicata la fascia d’età, per esempio da 0 a 5, da 6 a 10, ecc…
Sulle ascisse vengono inseriti i valori numerici o percentuali.
La piramide di età una volta costruita è di fondamentale importanza per riconoscere attraverso la sua forma se lo stato è sviluppato o sottosviluppato.
Una piramide con base larga e vertice stretto ci indica alta natalità ed elevata mortalità per cui è un paese sottosviluppato.
Una piramide con base stretta e vertice largo tende a evidenziare un paese molto sviluppato per cui avrà bassa natalità con un notevole allungamento della vita.
Il grafico aereale viene utilizzato per rappresentare dati statistici in percentuale.
Questo particolare tipo di grafico apparentemente semplice utilizza il cerchio diviso in vari settori circolari in cui sono inseriti in base alla grandezza i vari dati.
Ad esempio volendo rappresentare il territorio italiano distinto in :
-         23% pianura
-         35% montagna
-         42% collina
inseriremo il dato più grande nel settore circolare più esteso.
Se è semplice a vista d’occhio l’inserimento dei dati scientificamente parlando lo stesso è complesso in quanto vanno calcolati i vari angoli di ogni settore circolare.
Si prendono quindi in considerazione dati fissi quali i 360° dell’angolo al centro, il cento della percentuale ed infine i dati che nel caso precedente sono: 23%, 35%, 42%.
Il valore dell’incognita x (valore angolare di ciascun settore) si calcola quindi facendo una proporzione.
Il grafico volumetrico serve a rappresentare valori volumetrici come ad esempio la portata di un fiume, la portata di un silos, ecc…
Le figure usate sono il cubo, il cilindro, il parallelepipedo e la sfera.
Nella costruzione della figura ovvero dei lati del cubo, dell’altezza del cilindro e parallelepipedo, del raggio della sfera, si procede nel seguente modo: radice cubica del dato da diagrammare, riduzione del risultato ottenuto sulla base di una scala prestabilita.
I grafici importanti sono il grafico a nastro per misurare l’intensità di un fenomeno, ad esempio il traffico in una strada e il grafico triangolare che si costruisce inserendo più dati in triangoli.

IL COORDINOMETRO

Il coordinometro è una squadra che serve per trovare le coordinate dei vari punti nella carta topografica.
Il coordinometro serve per misurare le coordinate di un punto nelle carte topografiche.
La misurazione procede nel seguente modo: si prende in considerazione il luogo quindi si segna il numero in gradi del meridiano più ad ovest ad es.15, si procede quindi alla misurazione della distanza tra il luogo e il meridiano ad es. 7, si prende quindi il parallelo a sud del luogo ad es. 46, si procede poi alla sua misurazione ad es. 9 e quindi si trascrivono in successione i numeri 15 7 46 9.



A TERRA ESTA SE RECUPERANDO DE UMA COLISÃO?

Os escritos afirmam que Nibiru, um planeta avermelhado (Que já foi avistado pela NASA e atualmente vem sendo chamado de “planeta X") foi desviado de um sistema binário e capturado pela gravidade de nosso Sol. Esse planeta viajou em nosso sistema solar, abaixo da elíptica, passando por Netuno e Urano. Como seu campo magnético era muito intenso, ele deslocou Urano para seu lado quando passou por ele. Naquela época não havia o planeta Terra, mas sim um outro planeta, muito maior, Tiamat coberto quase que só de água. Nibiru atingiu Tiamat nas suas primeira e segunda órbitas e o dividiu em duas partes, pulverizando a metade onde ele foi atingido (criando um cinturão de asteróides) e empurrando a outra metade achatada para uma órbita mais baixa, a atual órbita da Terra. Isso explica porque o Oceano Pacífico é tão vasto e profundo e porque os continentes estão se movendo tão rapidamente se comparados aos outros planetas. A Terra está se recuperando de um colisão interplanetária! Plutão era uma lua de Saturno que foi arrancada de sua gravidade e empurrada para a sua atual órbita. Em Fevereiro de 2000, chegava ao fim a "Missão Near" (sonda Near) da NASA, chefiada pelo Dr. Cheng, confirmando esta gigantesca trombada celeste no início do nosso sistema solar (catastrofismo).


ANTARTIDA PODE CAUSAR DILÚVIO GLOBAL
O Épico de Gilgamesh
A última parte do texto Atra-Hasis, um grande trecho do Épico de Gilgamesh e outros textos da Mesopotâmia descrevem minuciosamente os eventos que se seguiram: como o Dilúvio foi usado por Enlil para tentar aniquilar a espécie humana; como Enki, indo contra o juramento feito na Assembléia dos Deuses, tramou para salvar seu fiel seguidor, Ziusudra ("Noé"), projetando para ele um navio submersível que suportaria a avalanche de água. Enlil viu chegar a oportunidade de se livrar espécie humana quando o posto científico onde é hoje o território da África do Sul. O posto científico enviou comunicados sobre uma situação perigosa: a crescente capa de gelo sobre a Antártica tornara-se instável, apoiando-se sobre uma camada de lama. O grande problema era que essa instabilidade surgira justamente quando o planeta aproximava da Terra, e a força gravitacional do planeta poderia perturbar o equilíbrio da capa polar e fazê-la deslizar para o oceano Antártico. Isso causaria um maremoto que inundaria todo o globo terrestre. Quando os Igigi em órbita confirmaram a certeza de uma tal catástrofe, os Anunnaki começaram a correr a Sippar, o espaçoporto. Enlil insistiu que a humanidade não fosse avisada do Dilúvio que se avizinhava, e uma das sessões da Assembléia dos Deuses fez todos os seus pares, e em especial Enki, jurarem que não revelariam o segredo.


O New York Times, do qual foi extraído a notícia acima, não tentou esclarecer mais o assunto. Seus jornalistas provavelmente não se davam conta do quanto se pareciam com Berosus, o historiador, astrônomo e vidente caldeu do século III a.C., que realizou um profundo estudo dos portentos que, acreditava, pressagiariam a destruição final do mundo. Concluiu ele: "Eu, Berosus, intérprete de Bellus, afirmo que toda a terra será condenada às chamas quando os cinco planetas se reunirem em Câncer, tão organizados em fila que uma linha reta poderia passar através de suas esferas".
Uma conjunção de cinco planetas, que se pode esperar exerça profundos efeitos gravitacionais, ocorrerá no dia 5 de maio do ano 2000, quando Netuno, Urano, Vênus, Mercúrio e Marte se alinharão com a Terra no outro lado do sol, iniciando uma espécie de cabo-de-guerra cósmico. Note-se também que astrólogos modernos que inseriram em seus mapas a data maia para o fim do Quinto Sol [o fim do mundo, no ano 2012 de nossa era] calculam que, nessa data, haverá uma configuração muito estranha dos planetas, na verdade, uma configuração tão estranha "que só pode ocorrer uma vez a cada 45.000 anos... À vista dessa configuração extraordinária, bem que podemos esperar um efeito extraordinário".


Ninguém em seu juízo perfeito correria para aceitar essa conclusão. Ainda assim, não se pode negar que influências múltiplas, muitas das quais não entendemos bem, parecem estar em ação em nosso sistema solar. Entre essas influências, a de nosso próprio satélite, a Lua, é especialmente forte. Terremotos, por exemplo, ocorrem com mais freqüência quando a lua está cheia ou quando a terra se encontra entre o sol e a lua; quando a lua está na fase de nova ou entre o sol e a terra; quando ela cruza o meridiano da localidade afetada e quando está mais perto da terra em sua órbita. Na verdade, quando ela atinge este último ponto (tecnicamente chamado de "perigeu"), sua atração gravitacional aumenta em 6%. Esse fato acontece uma vez a cada 27 dias e um terço. A atração sobre as marés que ela exerce nessas ocasiões afeta não só os grandes movimentos de nossos oceanos, mas também os reservatórios de magma quente, presos dentro da fina crosta da terra (que já foi descrita como um saco de papel cheio de mel ou melado, viajando a uma taxa de mais de 1.600 km/hora em rotação equatorial, e a mais de 106.000 km/h em órbita).

O Bamboleio de um Planeta Deformado

Todo esse movimento circular, claro, gera imensas forças centrífugas e estas, como sir Isaac Newton demonstrou no século XVII, fazem com que o "saco de papel" da terra torne-se abaulado no equador. O corolário disso é o achatamento dos pólos. Em conseqüência, nosso planeta desvia-se ligeiramente da forma de uma esfera perfeita e pode ser descrito mais corretamente como um "esferóide oblato". Seu raio no equador (6.377.068 km) é 22 km mais longo do que o raio polar (6.355.422 km).
Durante bilhões de anos, os pólos achatados e o equador inchado têm estado empenhados em uma interação matemática oculta com a influência oculta da gravidade. "Uma vez que a Terra é achatada", explica uma autoridade, "a gravidade da Lua tende a inclinar o eixo da Terra, para que ele se torne perpendicular à órbita da Lua e, em menor extensão, isso também se aplica no caso do Sol".
Simultaneamente, a inchação equatorial - a massa extra distribuída em volta do equador - atua como a borda de um giroscópio para manter a terra firme em seu eixo.
Ano após ano, em escala planetária, é esse efeito giroscópico que impede que o puxão do sol e da lua altere radicalmente o movimento de rotação do eixo da terra. A atração que esses dois astros exercem conjuntamente é, contudo, suficientemente forte para obrigar o eixo a "precessar", o que significa que ele bamboleia lentamente em direção horária, oposta ao giro da terra.
Esse importante movimento é a assinatura característica de nosso planeta no sistema solar. Quem quer que já tenha um dia jogado um pião deve poder compreender esse fato sem muita dificuldade. O pião, afinal de contas, é simplesmente um outro tipo de giroscópio. Em giro completo sem interrupção, ele permanece na vertical. Mas, no momento em que o eixo é desviado da vertical, ele começa a exibir um segundo tipo de comportamento: um bamboleio lento e obstinado, invertido, em volta de um grande círculo. Esse bamboleio, que é uma precessão, muda a direção em que o eixo aponta, enquanto se mostra constante em um novo ângulo inclinado.
Uma segunda analogia, de enfoque um tanto diferente, pode ajudar a esclarecer ainda mais o assunto:

1. Imagine a terra, flutuando no espaço, inclinada a aproximadamente 23,5° em relação à vertical e girando em torno de seu eixo a cada 24 horas.
2. Imagine esse eixo como um pivô, ou parafuso central, maciço e forte, passando pelo centro da terra, saindo pelos pólos Norte e Sul e daí estendendo-se para fora em ambas as direções.
3. Imagine que você é um gigante, percorrendo o sistema solar com ordens de realizar um trabalho específico.
4. Imagine-se aproximando-se da terra inclinada (que, por causa de seu grande tamanho, nesse momento não lhe parece maior do que uma roda de moinho).
5. Imagine-se estendendo as mãos e agarrando as duas extremidades do eixo prolongado.
6. E imagine-se começando lentamente a fazer uma inter-rotação, isto é, empurrando uma extremidade e puxando a outra.
7. A terra já estava girando quando você chegou.
8. Suas ordens, por conseguinte, eram de não se meter em sua rotação axial, mas transmitir a ela o outro movimento: o bamboleio no sentido horário denominado precessão.
9. Para cumprir a ordem, você teria que empurrar a ponta do eixo prolongado para cima e em volta de um grande círculo no hemisfério celeste norte e, ao mesmo tempo, puxar a ponta sul em volta de um círculo igualmente grande no hemisfério celeste sul. Esse trabalho implicaria um lento movimento tipo pedalagem com suas mãos e ombros.
10. Cuidado, porém. A "roda de moinho" da terra é mais pesada do que parece, tão mais pesada, na verdade, que você vai precisar de 25.776 anos para girar as duas pontas do eixo através de um ciclo completo de precessão (ao fim do qual eles estarão apontando para os mesmos pontos na esfera celeste, como no momento em que você chegou).
11. Oh, por falar nisso, agora que iniciou o trabalho, podemos lhe dizer que você jamais vai ter permissão para ir embora. Logo que um ciclo de precessão acaba, outro tem de começar. E outro... mais outro... e mais outro... e assim por diante, interminavelmente, para sempre e todo o sempre.
12. Se quiser, você pode pensar nisso como um dos mecanismos básicos do sistema solar ou, se preferir, como um dos mandamentos fundamentais da vontade divina.




No processo, pouco a pouco, enquanto você lentamente passa o eixo prolongado pelos céus, as duas pontas apontarão para uma estrela após outra nas latitudes polares do hemisfério celeste sul (e, às vezes, claro, para o espaço vazio), e para uma estrela após outra nas latitudes polares do hemisfério celeste norte. Estamos falando aqui sobre um tipo de dança de cadeiras entre as estrelas circumpolares. E o que mantém tudo isso em movimento é a precessão axial da terra - um movimento impulsionado por gigantescas forças gravitacionais e giroscópicas, um movimento regular, previsível e relativamente fácil de esclarecer com ajuda de equipamento moderno. Assim, por exemplo, a estrela polar norte é atualmente Alfa Ursa Menor (que conhecemos como Estrela Polar). Cálculos de computador, porém, permitem-nos dizer com certeza que, no ano 3000 a.C., Alfa Draconis (Dragão) ocupava a posição polar; na época dos gregos, a estrela polar norte era Beta Ursa Menor; e, no ano 14000 d.C. será Vega.

Um Grande Segredo do Passado

Não nos fará mal algum lembrar alguns dos dados fundamentais sobre os movimentos da terra e sua orientação no espaço:

. Ela se inclina em cerca de 23,5º em relação à vertical, ângulo este do qual pode variar até 1,5º em períodos de 41.000 anos.
. Completa um ciclo completo de precessão de equinócio a cada 25.776 anos.
. Gira em torno do próprio eixo a cada 24 horas.
. Descreve em torno do sol uma órbita completa a cada 365 dias (na verdade, 365,2422 dias).
. A influência mais importante sobre as estações é o ângulo no qual os raios do sol atingem-na em vários pontos de sua trajetória orbital.

Notemos também que há quatro momentos astronômicos cruciais no ano, marcando o início oficial de cada uma das quatro estações. Esses momentos (ou pontos cardeais), que eram de imensa importância para os antigos, são os solstícios do inverno e verão e os equinócios da primavera e outono. No hemisfério Norte, o solstício de inverno, o dia mais curto, cai no dia 21 de dezembro e, o de verão, o dia mais longo, em 21 de junho. No hemisfério Sul, por outro lado, tudo está virtualmente de cabeça para baixo: nele o inverno começa em 21 de junho e o verão em 21 de dezembro.


Os equinócios, em contraste, são os dois pontos no ano em que noite e dia têm igual duração em todo o planeta. Mais uma vez, contudo, como acontece com os solstícios, a data que marca o início da primavera no hemisfério Norte (20 de março) marca o outono no hemisfério Sul, e a data do início do outono no hemisfério Norte (22 de setembro) marca o início da primavera no hemisfério Sul.
Tal como as variações mais sutis das estações, tudo isso é conseqüência da benevolente obliqüidade do planeta. O solstício de verão no hemisfério Norte cai nesse ponto da órbita quando o pólo Norte está apontado da forma mais direta na direção do sol; seis meses depois, o solstício de inverno marca o ponto em que o pólo Norte aponta mais diretamente para longe do sol. E, com bastante lógica, o motivo por que o dia e a noite são de duração absolutamente igual em todo o planeta nos equinócios de primavera e outono é que eles assinalam os dois pontos em que o eixo de rotação da terra se encontra transversal ao sol.
Examinemos agora um estranho e belo fenômeno de mecânica celeste. Esse fenômeno é conhecido como "precessão de equinócios". Possui características matemáticas rígidas e repetitivas, que podem ser analisadas e previstas com exatidão. É, no entanto, de observação extremamente difícil e ainda mais difícil de medir precisamente, a não ser com instrumentação sofisticada.
Nesse fenômeno talvez possa existir pista para solucionar um dos maiores mistérios do passado.


FONTE: http://www.dominiosfantasticos.xpg.com.br/id87.htm
E: TRECHO DO LIVRO O 12º. Planeta (1976) Zecharia Sitchin
VISITEM A PAGINA OFICIAL DE ZECHARIA SITCHIN 
 http://www.sitchin.com/index.htm

Trecho do Livro As Digitais dos Deuses
de Grahan Hanckok

Rodrigo Veronezi Garcia é Blogueiro e estuda sobre Mitologia, Religião, História, Arqueologia, Ciências Ocultas, Sociedades Secretas, Segredos Militares, Geo Politica, Parapsicologia, Ufologia.
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