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AKAKOR, IL MONDO SOTTERRANEO









AKAKOR
Un Mondo Sotterraneo in Amazzonia


foto tratte dal libro di Karl Brugger, "La cronaca di Akakor
–mito e saga di un antico popolo dell’Amazzonia"–
Edizioni Mediterranee, 1996

Sotto la foresta amazzonica esisterebbe una fitta rete di gallerie inesplorate e di difficile accesso.
Questa è la conclusione alla quale giunse il giornalista Karl Brugger, autore del libro
“La cronaca di Akakor – mito e saga di un antico popolo dell’Amazzonia”.
La sua è una storia fantastica, inverosimile, ma reale.

AKAKOR, IL MONDO SOTTERRANEO
(di Giorgio Pastore)

        Fu un grande appassionato della cultura e delle antiche tradizioni degli Indios che, come quelle di tanti altri popoli, si sarebbero rivelate ricche di dettagli interessanti. Anche gli Indios narrano di antiche leggende di dei venuti dalle stelle che un giorno ritorneranno. Troviamo storie simili più a nord, nel Centro America, ad esempio. I Maya ci parlano di Kukulcan, un uomo dalla pelle bianca, con barba e capelli rossi, alto di statura che, in un passato remoto, giunse in quelle terre su una barca priva di remi, proveniente dall’Oceano Atlantico. Tale figura diverrà il “Serpente Piumato”, il Quetzalcoatl (Quetzal = è una particolare varietà di uccello dotato di un manto dai colori verdi brillanti, adottato per simboleggiare “l’aria”, il “divino”; e Coatl = è il serpente, simbolo della “terra”, del “materiale”), unione tra la terra ed il cielo, anche presso gli Aztechi. Una figura simile, la ritroviamo anche presso gli Incas del Perù, che lo nominarono Viracocha, anch’egli proveniente dal mare. Kukulcan/Quetzalcoatl/Viracocha insegnò a questi popoli del Mesoamerica l’astronomia, la matematica, l’agricoltura ed altre scienze. Poi, improvvisamente, se ne andò ma promettendo che, un giorno, sarebbe ritornato. Infatti, agli inizi del XVI secolo, giunsero dal mare i Conquistatores spagnoli Cortèz e Pizarro che, inevitabilmente, vennero scambiati per queste antiche divinità, ma questa è un’altra storia.

Il giornalista Karl Brugger conobbe, in uno dei suoi viaggi in Amazzonia, nel 1972, l’Indios Tatunca Nara, uno degli ultimi capi della tribù degli “alleati eletti” e custode di un importante tradizione, conservatasi nei secoli per mezzo di alcuni libri Sacri, scritti in una lingua sconosciuta ai più ma leggibile solo per alcuni, appunto, “eletti”. Questi sono i libri del Giaguaro, della Formica, dell’Aquila e dell’Acqua. Tatunca Nara ne è il custode e permette a Brugger di vederli e fotografarli. In questi libri sono conservate le vicende epiche degli dei che fondarono Akakor.

Si narra che 13.000 anni fa, giunsero dal cielo delle navi dorate con a bordo degli stranieri dalla pelle bianca. Qui, inevitabilmente, viene spontaneo pensare a Kukulcan/Quetzalcoatl/Viracocha. Questi dei avrebbero anche avuto sei dita alle mani ed ai piedi. Un dettaglio curioso che ci riporta con la memoria a Pacal, sovrano di Palenque. Si dice che uno dei suoi figli avesse avuto sei dita alle mani. Una coincidenza? Presso i Maya, fin dai tempi di Teotihuacan, i sovrani erano soliti unirsi con le loro sorelle, che divenivano principesse, così come avveniva in Egitto, dove il faraone e la sua regina e sorella erano le immagini di Osiride e Iside, anch’essa sua moglie e sorella. Poi, questa pratica venne gradualmente abbandonata. Si pensa che i primi Ahauob, sovrani Maya, fossero stati semidei, figli di dei e umani. Se ciò fosse vero, avrebbero potuto conservare nel loro DNA tratti genetici “alieni”, come questa particolarità delle sei dita che poi, col tempo, avrebbero perso.


Gli dei di Tatunca Nara scesero sulla Terra e istruirono quegli Indios primitivi, spiegando loro di provenire dalle stelle, dalla costellazione di Schwerta, e si unirono ai terrestri, generando semidei. In effetti, abbiamo alcune testimonianze autorevoli di incontri, nella foresta Amazzonica, tra il Brasile ed il Perù, di Indios dalla pelle bianca. Ad esempio, il professor Marcel Homet, archeologo, paleontologo, antropologo ed etnologo francese, incontrò due Indios dalla pelle bianca che la sua guida definì della tribù di Waika. Si tratterebbe di pericolosi guerrieri con l’abitudine di rapire donne dalla pelle chiara per preservare il colore della loro pelle. Ma per quale ragione? Forse, in onore al colore dei loro dei? Anche il cercatore d’oro Francisco Raposo si imbattè nel 1743 in una tribù di Indios dalla pelle chiara. E anche vero che, comunque molti secoli dopo, le Americhe vennero raggiunte anche da altri popoli euro-asiatici, come i Vichinghi e forse i Cartaginesi di Tartesso. Ma rimangono molti dubbi. Molte spedizioni partirono alla ricerca sia di queste tribù, sia di altri luoghi mitici, come il favoloso Eldorado, ma nessuna ebbe successo. Molte spedizioni non fecero mai più ritorno, di altre, ritornarono a casa solo pochi uomini. Anche Hitler mandò delle spedizioni in Amazzonia, interessato a scoprire la mitica Akakor ma nessuna ebbe successo.

I sacri libri custoditi da Tatunca Nara narrano di come questi dei provenienti dalle stelle realizzarono un grande regno sotterraneo scavando lunghe gallerie sotto la foresta Amazzonica, collegando tra loro numerose città, di cui Akakor era la capitale. Inevitabilmente, non può non venirci alla mente un’altra leggenda analoga, quella di Agharti. Anch’esso un mitico sistema di gallerie sotterranee che avrebbero come centro la grandiosa Shamballah, situata in un luogo sconosciuto sotto il deserto del Gobi, in Asia.

Questi dei crearono Akakor ad immagine e somiglianza della costellazione dalla quale erano giunti, Schwerta. Non è di certo la prima volta che ritroviamo un fatto del genere. Più a nord, Teotihuacan è stata costruita tenendo conto delle dimensioni del Sole, della Luna, della Terra e dello stesso Sistema Solare. La piramide del Sole ha una base di 230 metri circa, similmente a quella di Cheope in Egitto. La circonferenza della Cittadella, dove sorge il tempio di Quetzalcoatl, è in rapporto alla circonferenza terrestre in scala 100.000:1. Il viale dei Morti, lungo il quale troviamo la piramide della Luna, del Sole e la Cittadella, è inclinato rispetto all’asse nord-sud di 14 gradi ad est. Ciò significa che, lungo la perpendicolare all’orizzonte, è possibile veder sorgere le Pleiadi, due volte all’anno, in maniera assolutamente precisa. I Maya erano grandi astronomi. Questi, sono solo alcuni pochi esempi. Ma da chi appresero tali conoscenze?

Gli dei di Akakor, possedevano una tecnologia molto progredita e misteriosa per gli Indios. Erano capaci di vedere attraverso “pietre” in ogni parte del mondo, eseguire delicatissime operazioni chirurgiche senza porre mano sui pazienti, lanciare fulmini e tagliare la pietra con un raggio luminoso che ora potremmo sospettare fosse una sorta di laser. Potremmo ritrovare un’analogia tra questi dei e gli strani esseri “tecnologici” raffigurati sulle misteriose pietre di Ica, ritrovate nel deserto di Ocucaje, vicino all’omonima città nel 1960 e, secondo gli studiosi, risalenti al Mesozoico. Su alcune di esse, vi sono immortalati uomini mentre scrutano il cielo con anacronistici cannocchiali e mentre operano a cuore aperto. Sempre secondo questi libri sacri, gli stessi dei avrebbero creato molti importanti centri in Bolivia, in Venezuela ed in Perù, come Tiahuanaco. La rete di gallerie di Akakor potrebbe in realtà essere collegata a quella di Agharti. In tal senso, gli stessi dei degli Incas, potrebbero essere stati gli stessi dei per gli Orientali dell’Asia antica. Un’analogia interessante la ritroviamo in Cambogia, dove ritroviamo il regno di Angkor (nome simile a quello di Akakor). Qui, sorgono ancora grandiosi templi ormai avvolti da una fitta vegetazione ma che, un tempo, si specchiavano nelle acque di immense risaie e ospitavano migliaia di persone. Anche in questo caso, Angkor venne creata dagli dei. O meglio, da Pisnovka, figlio di una “danzatrice celeste” e di un essere umano, il quale ebbe il privilegio di vedere “i templi degli dei” e di crearne di simili anche sulla Terra. Su di una stele ritrovata nel palazzo reale è incisa una frase enigmatica e molto interessante: "La terra di Kambu (Cambogia) è simile al cielo"

In effetti, i monumenti, le piramidi, i palazzi disposti su quest’area di 300 km quadrati sulle quali sono disposte Angkor Wat ed Angkor Thom, rappresentano anch’essi una costellazione; quella del drago, il serpente del cielo. Che sia la stessa costellazione degli dei extraterrestri di Akakor, Schwerta? Un’altra curiosità in più: la costellazione così rappresentata però corrisponde alla posizione che le stelle avevano intorno al 10.500 a.C.! A quanto pare, lo stesso periodo in cui fu creata la Sfinge in Egitto, se teniamo conto degli studi di Robert Bouval. Possiamo affermare quasi con certezza assoluta che tutti i templi, le piramidi, i palazzi costruiti nell’antichità della Terra, siano stati creati e disposti tenendo conto del moto degli astri nel cielo e della loro posizione. Creati per poter osservare il moto del Sole durante i Solstizi, gli Equinozi, della Luna, delle stelle, delle costellazioni, prevedere le eclissi e perfino il moto di Venere.

Difficile pensare che questi popoli antichi potessero avere tali conoscenze. Che siano stati davvero istruiti dai loro dei, provenienti dalle stelle?

Così come in Amazzonia, anche in Egitto ci sono storie che narrano di lunghissimi tunnel inesplorati, ramificati sotto le sabbie del deserto. Un ingresso a questa rete sotterranea si troverebbe proprio sotto la Sfinge, custode immortale di questo segreto.

Vi sono alcune testimonianze di esploratori, ricercatori, archeologi, i quali si avventurarono alla ricerca di queste gallerie. In certi casi, si raggiunsero dei successi parziali. Sono stati descritti misteriosi lunghi tunnel, spesso trovati “crollati” ad un certo tratto della discesa, o troppo lunghi per essere esplorati. Alcuni hanno raccontato di essere giunti fino ad un certo punto, ove si incominciava a vedere una strana luce verdastra. Questi, per paura, ritornarono subito indietro e, successivamente, non riuscirono più a ritrovare l’ingresso del cunicolo.

Alcuni tunnel sono tutt’ora visitabili, come quello sotto la piramide mixteca di Cholula, lungo circa 8 Km (solo 1 Km però è visitabile, il resto è stato precluso dalle autorità misteriosamente). Esiste un breve tratto di tunnel anche sotto la piramide del Sole a Teotihuacan. Molti altri tunnel, in Europa, vennero riutilizzati dai Romani e durante il Medioevo, fino ai giorni nostri.

Probabilmente, fu proprio in alcuni di questi tunnel che gli Incas nascosero i loro immensi tesori per non darli in mano agli spagnoli di Pizarro. Da qui, le varie leggende che narrano dell’Eldorado, una città fatta interamente d’oro. Cercata invano per secoli e mai ritrovata.

Gli dei di Akakor regnarono sulla Terra per circa 3000 anni. Poi, se ne andarono, ritornando alle stelle, dalle quali erano giunti, forse coscienti del cataclisma che stava per abbattersi sul globo, forse lo stesso che distrusse Atlantide e Lemuria. Successivamente vi fu anche un grande diluvio. Incredibile il fatto che, sia questi Indios, sia i Sumeri, sia gli Ebrei ci parlano di un gigantesco diluvio che interessò tutto il pianeta. Una strana coincidenza. I libri Sacri narrano anche di come un sovrano di Akakor, dopo questi cataclismi, partì per creare una colonia in Egitto, proprio nello stesso periodo in cui, secondo gli archeologi, venne creata una prima dinastia, intorno al 3150 a.C.


Sopra: Tatunca Nara scrive nella "scrittura degli dei".

Periodo, guardacaso, in cui i Maya fanno cominciare la loro quarta età, la quale dovrà finire nel 2012 d.C. Sembra proprio che esistano dei collegamenti culturali tra diversi popoli dell’antichità sparsi per tutto il mondo. George Hunt Williamson rinvenne nel 1957 sulle Ande una roccia con geroglifici molto simili a quelli egizi. Ciò potrebbe avvalorare le leggende dei libri Sacri custoditi da Tatunca Nara. Questi, raccontò a Karl Brugger di aver visto coi suoi occhi alcuni oggetti e luoghi appartenuti a questi dei, sottoterra. Affermò anche di aver visto quattro di questi esseri divini, con sei dita alle mani e ai piedi, in animazione sospesa, all’interno di misteriose vasche di cristallo piene di uno strano liquido, in una di queste caverne. All’interno del Tempio del Sole di Akakor, sorvegliato da guardie armate, sarebbero custodite molte meraviglie appartenenti a questi dei, come armi fantastiche, mappe stellari etc. Il ricercatore Antonio Filangeri, negli anni ’50 del XX secolo, partì per l’Amazzonia e verificò di persona molte delle informazioni avute da Brugger.

Nel 1984 Karl Brugger venne ucciso misteriosamente da un colpo di pistola. Tutta la sua documentazione inerente Akakor, trafugata, scomparsa nel nulla.

Tatunca Nara, per mettere in salvo i suoi libri Sacri, li affidò al vescovo M. Grotti, il quale li spedì al Vaticano, poco tempo prima di morire in un incidente aereo. Da allora, di Akakor non si seppe più nulla.

Giorgio Pastore

Bibliografia:
- Brugger, Karl La cronaca di Akakor – mito e saga di un antico popolo dell’Amazzonia – Edizioni Mediterranee, 1996

http://www.croponline.org/agharti.htm

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